In Logopedia, i Logopedisti usano termini tecnici e medici per definire le patologie dei pazienti.
Qui di seguito inseriamo le spiegazioni dei termini che la Logopedista o il Medico usano solitamente per definire la patologia, la terapia di rieducazione, la terapia di riabilitazione e l’aiuto che i Logopedisti vi possono offrire.


Glossario:

AFASIA: perdita totale o parziale del linguaggio, sia sul versante della produzione, sia della comprensione della lingua orale e scritta. Può essere causata da incidenti, traumi, ictus o malattie neurologiche che hanno danneggiato le aree cerebrali preposte al linguaggio. Le persone colpite risultano incapaci di tradurre le parole in pensiero e, viceversa, il pensiero in parola. Spesso accompagnata da altri problemi, tipo disturbi della memoria, dell’attenzione, del movimento).

BALBUZIE: uno dei disturbi della comunicazione, caratterizzato da frequenti anomalie del normale fluire dell’eloquio.

COMPETENZE SCOLASTICHE: capacità legate all’apprendimento di lettura, scrittura e calcolo e alla gestione dell’andamento scolastico.

COMUNICAZIONE: scambio di informazioni che permette di modificare il punto di vista soggettivo iniziale.

COUNSELING FAMILIARE: ruolo professionale che partecipa al sostegno psicologico e sociale della famiglia del paziente.

COUNSELING: ruolo professionale che partecipa al sostegno psicologico e sociale dell’individuo in stato di necessità. Nell’ambito Logopedico si prevede l’instaurarsi di un rapporto di fiducia e di sincerità tra il paziente e la figura professionale atta a guidare ed aiutare, con lo scopo finale di far raggiungere un benessere psicofisico.

DECADIMENTO COGNITIVO: deterioramento della memoria che può creare problemi nella vita quotidiana, impedendo di eseguire serenamente le attività abituali.

DEGLUTIZIONE ATIPICA:  persistere di una deglutizione infantile oltre l’età prevista. Nei bambini in cui la deglutizione non matura, permane una spinta linguale in avanti, contro l’arcata dentale. Questo provoca uno spostamento in avanti dei denti che non può essere efficacemente corretto attraverso un apparecchio ortodontico, se non viene preventivamente corretto il disturbo di deglutizione.

DEMOTIVAZIONE: perdere il senso e il gusto del ‘fare’. Può essere legato ai diversi ambiti della vita: scuola, famiglia, relazioni sociali.

DIFETTI DI PRONUNCIA: qualsiasi disturbo del linguaggio, come sigmatismo /s/, zetacismo /z/.

DISARTRIA: Disturbo dell’articolazione e dell’emissione della parola non associato a compromissione delle funzioni simboliche (compromissione presente invece nell’afasia). Il disturbo disartrico, può essere provocato da lesioni di alcune strutture cerebrali, da lesioni dei nuclei motori e dei nervi deputati alla innervazione dei muscoli della lingua, della faringe e della laringe, da malattie che colpiscono questi stessi muscoli.

DISFONIA: alterazione del timbro vocale dovuta a lesioni organiche o a fattori psicologici. Si manifesta con abbassamento del volume, talvolta fino all’afonia e alterazione della  qualità: voce rauca, soffiata, strozzata.  Tra le possibili cause: disturbi congeniti, infiammazioni, tumori, disturbi da alterazioni endocrine, trauma, malattie neurologiche. Le forme psicogene sono dovute a stress emotivi e tensione muscolo-scheletrica, psiconevrosi. Durante la terapia logopedica è indispensabile la collaborazione del paziente poiché deve imparare ad autoascoltarsi e a riconoscere la sua voce “normale”. La corretta respirazione facilita una buona fonazione ed è il punto di partenza della terapia di ogni disturbo della voce. Il rilassamento costituisce un aiuto efficace nelle forme con tensione muscolo-scheletrica.

DISLALIA: assenza o inesatta pronuncia di un fonema.

DISLESSIA: disturbo specifico della lettura coinvolge anche la scrittura.

DISLESSICO: individuo intelligente, con un linguaggio strutturato, che quando si pone di fronte ad un testo scritto diventa insicuro e agitato. Nella lettura e nella scrittura emergono sostituzioni, elisioni, inversioni di lettere, confusione fra suoni omologhi. Il ritmo della lettura è alterato, lento, con blocchi ad ogni parola, frase o vengono scandite lettere o sillabe. Ci ouò essere un ritmo veloce, ma viene perso il senso di ciò che si legge e non viene rispettata l’intonazione della frase.

DISPRASSIA: disturbo che investe la funzione motoria nell’articolazione della parola. La persona disprassica è impossibilitata ad articolare correttamente suoni e fonemi e il bambino ritarda a denominare e ad utilizzare il linguaggio spontaneo. L’espressione è poco comprensibile, monotona, priva d’inflessioni e di ritmo per la presenza anche di disturbi psico-motori. Il logopedista aiuta a facilitare la comunicazione e la chiarezza articolatoria del linguaggio.

DISTURBI SPECIFICI DEL LINGUAGGIO (DSL): limitazione della competenza linguistica, può causare ritardi e difficoltà generalizzate dell’apprendimento durante il percorso scolastico.

DISTURBO DI APPRENDIMENTO – disturbo che evidenzia difficoltà nell’imparare a leggere, scrivere, e nell’area logico-matematica.

DSA (DISTURBO SPECIFICO DELL‘APPRENDIMENTO): disturbi delle abilità scolastiche. Il bambino pur non presentando deficit di intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali o neurologici, ha difficoltà a leggere e scrivere in modo adeguato (DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA)  ed eseguire i calcoli (DISCALCULIA).

DSL (DISTURBI SPECIFICI DI LINGUAGGIO): limitazione della competenza linguistica, in assenza di danno uditivo, neurologico o intellettivo. È diagnosticabile a partire dai tre anni di età. Ma oggi anche prima dei tre anni. Risponde al trattamento e risponde tanto meglio quanto più è precoce l’intervento riabilitativo. Viene identificato in équipe pluridisciplinare, dove il ruolo del logopedista è fondamentale per rilevare lo status delle capacità linguistiche.

ELOQUIO: modalità di espressione verbale, modo di parlare.

EZIOLOGIA: studio dei fattori che possono intervenire nell’origine di una malattia.

FONEMA: unità minima di un sistema linguistico corrispondente ad un suono preciso.

ICTUS EMORRAGICO: condizione determinata dalla presenza di un’emorragia intracerebrale non traumatica.

ICTUS ISCHEMICO: condizione caratterizzata dall’occlusione di un vaso (ischemia) .

ICTUS: improvvisa comparsa di segni e sintomi riferibili ad un deficit locale delle funzioni cerebrali, può essere di vario tipo: ischemico, emorragico o Tia.

IPERTONO: aumento patologico del tono muscolare.

LARINGE: organo situato nel collo, sede delle corde vocali addette alla produzione della voce.

LATE TALKERS (PARLATORI TARDIVI): bambini nei quali la comparsa del linguaggio è ritardata, rispetto ai coetanei.

LESSICO: insieme delle parole e delle locuzioni di una lingua.

LINGUAGGIO: facoltà verbale o gestuale di cui si servono gli uomini per comunicare ed esprimere, a sé stessi o agli altri, sentimenti, emozioni e pensieri.

LOGOPEDIA: deriva dalle parole greche logos “discorso” e paideia “educazione”, è una branca della medicina che si occupa della cura, della riabilitazione, dell’educazione, della rieducazione e della prevenzione delle patologie della voce, del linguaggio scritto e orale e della comunicazione  in età evolutiva, adulta e geriatrica. Inoltre, si occupa di tutti quei disturbi cognitiviassociati alla comunicazione, come la memoria e l’apprendimento.

LOGOPEDISTA:  l’operatore sanitario che si occupa della prevenzione e del trattamento riabilitativo dei disturbi della voce, della parola, del linguaggio orale e scritto e degli handicap comunicativi, in età evolutiva, adulta e geriatrica. Il Logopedista, che all’interno di un team interdisciplinare si occupa del recupero dell’autonomia del paziente nella comunicazione, ha il compito di osservare e di informare lo stesso paziente e i suoi familiari delle difficoltà e della disabilità presenti e di stilare un programma riabilitativo (fatto di training specifici e ricerca di strategie di compenso) per un recupero di tali capacità.

MALOCCLUSIONE: disarmonia tra le arcate dentarie.

MEDIATORE ALLA COMUNICAZIONE: figura professionale che facilita lo scambio di informazioni tra il bambino disabile sensoriale e i contesti di apprendimento e di relazione, quindi la scuola e la famiglia.

METODO DI STUDIO: l’insieme dei passi compiuti per studiare nel modo personale più veloce, adeguato ed efficace possibile.

PATOLOGIA: altro modo di definire la malattia.

PAZIENTE: colui che si sottopone a cure mediche e/o riabilitative.

PROBLEMI NEUROPSICOLOGICI: perdita del linguaggio, dell’attenzione, della memoria, delle capacità di pianificazione, delle abilità visive e spaziali, del comportamento in seguito a trauma o malattia neurologica. La Neuropsicologia ha come scopo principale l’esplorazione funzionale dei processi mentali normali e patologici (insorti dopo eventi come traumi, ictus, tumori e infezioni cerebrali ecc.) e del possibile recupero.

PROGRAMMA LOGOPEDICO: progetto personalizato che tiene conto dell’età del paziente e della competenza linguistica.

QI: quoziente di intelligenza, misura standardizzata che indica quanto un individuo si allontani dal punteggio medio del gruppo comparabile per età cronologica.

RIABILITAZIONE (O RIEDUCAZIONE): scienza che si occupa della prevenzione e del recupero delle abilità deficitarie.

RIABILITAZIONE LOGOPEDICA: percorso con obiettivi e tempi determinati, con il fine ultimo di ridare una vita dignitosa alla persona e alla sua famiglia.

RITARDI DI LINGUAGGIO: ritardo di acquisizione della verbalità espressiva.

RITARDO MENTALE: funzionamento intellettivo inferiore alla norma.

SINDROME: insieme di sintomi.

SINTASSI: insieme delle regole che governano la lingua italiana.

SINTOMO: manifestazione fisiologica osservabile di una malattia.

TERAPIA MIOFUNZIONALE: forma di fisioterapia che permette di rieducare e riequilibrare la muscolatura oro-facciale correggendo i vizi inconsci della lingua e di tutta la  muscolatura facciale e masticatoria che determinano la deglutizione.

TIA O ATTACCO ISCHEMICO TRANSITORIO: improvvisa comparsa di segni e sintomi riferibili ad un deficit locale delle funzioni cerebrali che si differenzia dall’ictus per la durata che nel TIA è di solito di pochi minuti.